domenica 18 marzo 2012

TURISTI ITALIANI: RAPITI IN INDIA DA UN GRUPPO DI MAOISTA.

Due turisti italiani, Paolo Bosusco e Claudio Colangelo, sono stati rapiti da un gruppo maoista nello stato indiano dell'Orissa. Lo riferisce la tv indiana Ndtv. La Farnesina, anche attraverso l'unità di crisi, ha confermato la notizia dopo aver effettuto le necessarie verifiche. Attivata l'ambasciata italiana e le autorità consolari in India, immediatamente allertate. Anche la polizia locale ha confermato, dopo alcune ore, il sequestro.
I due connazionali sono Paolo Bosusco, di Condove (Torino), che da novembre a giugno gestisce nella città di Puri un'agenzia di viaggi, l'Orissa Adventurous Trekking, specializzata nelle tribù primitive della regione, e Claudio Colangelo, turista romano di 61 anni.

Stavano fotografando delle donne
Secondo la Ndtv i due italiani sono stati rapiti mentre facevano foto di donne locali presso un fiume. Il gruppo maoista che li avrebbe rapiti, prosegue la tv, avrebbe avanzato tra le richieste per la liberazione, quella del rilascio dei prigionieri politici e lo stop all'operazione Greenhunt, offensiva delle truppe governative contro di loro. E' la prima volta che i maoisti sequestrano turisti stranieri.

Il padre di Bosusco: sono disperato
"Sono disperato, mi chiedo ancora se quello che è successo a mio figlio è vero o no". Queste le parole di Azelio Bosusco, 89 anni, padre di Paolo, rapito in India da ribelli maoisti. L'anziano ha difficoltà di udito e colloquia con l'aiuto di una badante. "Ho appreso del rapimento dal telegiornale - ha detto - e ho capito che poteva trattarsi di mio figlio". La conferma è arrivata quando i Carabinieri hanno informato l'anziano e sua figlia Vanna, di 55 anni.

Chi sono i ribelli dell'Orissa
L'Orissa è uno stato federato dell'India orientale, con una popolazione di circa 37 milioni di abitanti. La capitale dello stato è Bhubaneswar. Qui sono attivi circa 20mila guerriglieri maoisti, che rappresentano una delle principali sfide per la sicurezza interna dell'India. Occupano un "corridoio rosso" che s'estende dallo Stato meridionale dell'Andhra Pradesh, attraversa il Chattisgarh, fino al West Bengala e al Nepal. Secondo stime del governo, i ribelli comunisti sono presenti in un terzo dei 600 distretti indiani, in prevalenza campagne e foreste popolate da comunità tribali.

Odiati dalla gente, vogliono una società marxista
Nel 2009, l'anno più sanguinoso, i ribelli hanno lanciato oltre mille attacchi contro obiettivi governativi, uccidendo almeno 600 persone. Noti come "naxaliti" dall'insurrezione del 1967 a Naxalbari, Bengala Occidentale, rappresentano un movimento con diverse sfaccettature. L'ideologia marxista comunista a cui si ispirano continua a sedurre le masse agricole e le comunità tribali rimaste escluse dal boom economico. Ma i sanguinosi attentati, le estorsioni e i rapimenti per finanziarsi li hanno confinati dietro un muro di ostilita' dell'opinione pubblica. In loro favore si sono tuttavia levate voci di intellettuali di sinistra come la scrittrice pacifista Arundhati Roy, che s'è detta pronta a mediare in un eventuale negoziato di pace coi ribelli. L'Orissa possiede il 70% delle riserve di bauxite, il 90% di quelle di cromo e di nickel e il 24% del carbone dell'intera nazione. Dietro la guerriglia maoista, secondo alcuni analisti, ci sarebbero i finanziamenti e le armi di Pechino.

Roma, la Procura ha aperto un'inchiesta
La Procura di Roma ha aperto un fascicolo sul rapimento di Paolo Bosusco e di Claudio Colangelo avvenuto in India ad opera di maoisti. Sequestro di persona con finalità di terrorismo è il reato configurato dal sostituto procuratore, Erminio Amelio. Gli inquirenti sono in attesa di comunicazioni sulle modalità del rapimento e per questo motivo riceveranno un'informativa dalla Farnesina. Gli accertamenti saranno delegati ai carabinieri del Ros.

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